sabato 5 aprile 2008

L'occasione sciupata dalla Sinistra Arcobaleno

All'inizio della campagna elettorale avevo ben chiaro che, anche questa volta, avrei finito col votare...Comunque fossero andate le cose, il 13 e il 14 aprile avrei posto la mia scheda nell'urna per contrastare per un'ennesima e ultima volta, cinque anni di governo Berlusconi, questa volta con un'ulteriore probabile aggiunta di sette anni di Presidenza della Repubblica. Ero abbastanza deciso a premiare la Sinistra Arcobaleno, perlomeno alla Camera...; oggi però, anche se continuo ad essere convinto della necessità di non disertare l'appuntamento elettorale - ...troppo bene conosco i terribili patimenti&pentimenti del giorno dopo! -, ho molti più dubbi sulla scelta del simbolo su cui apporre il fatidico segno. A favore del voto per la Sinistra Arcobaleno pesavano alcune considerazioni legate alla situazione locale, la più importante della quale era sicuramente il ruolo svolto dal senatore Sodano nel denunciare la gestione dei rifiuti nella nostra regione. Quest'azione mi sembrava “assolvere” - anche se molto parzialmente - la Sinistra radicale dalle più ampie responsabilità attribuibili pienamente invece alla classe dirigente del Partito Democratico. Contava poi nella scelta, una considerazione di ordine politico più generale: nel nostro paese si apriva improvvisamente uno spazio per una nuova sinistra capace di abbandonare definitivamente ideologismi ottocenteschi, certezze granitiche espresse in deplorevoli “senza se e senza ma”, pratiche “istituzionali” il più delle volte simili a quelle dei partiti tradizionali. Questa nuova sinistra, con ambizioni maggioritarie, aprendo un vero processo costituente con associazioni, movimenti, società civile organizzata, avrebbe dato finalmente una prospettiva convincente a quella vasta parte dell'elettorato di sinistra - in cui io stesso mi riconoscevo - non ancora conquistato dalla “sirena” democratica. Mettendo da parte timidezze e inutili sensi di appartenenza, forse avrebbe così evitato di restare schiacciata dal ricatto del “voto utile”.
Nella discussione sul suo blog Marco Rossi Doria ha delineato con parole misurate alcune caratteristiche di questa ipotetica nuova sinistra che potrebbe diventare “un luogo aperto, meno liberista del Pd, più solidale, capace di fantasia propositiva di tipo alternativo”, esprimendo “un riformismo radicale fatto di azioni pacifiche e diffuse”, superando le sue caratteristiche “decisionistiche e poco partecipative”, “il suo protezionismo contrario per principio a un po' di concorrenza vera”. Parole molto sagge e condivisibili: come “cittadino attivo” spesso purtoppo ho fatto i conti e ho toccato con mano alcuni di questi difetti che penso abbiano contribuito non poco al decadimento della nostra città. E ancora potrei aggiungere oggi:... una sinistra che sostenga senza indugi e senza compromessi - ma anche senza stantii anticlericalismi - quei valori di laicità che devono essere alla base di ogni stato di diritto. Una sinistra capace di fare i conti realisticamente con la nuova composizione sociale che la rivoluzione post-fordista ha prodotto, facendo quello che gruppi come i “Quaderni Rossi”, con intelligenza, cultura, voglia di capire il nuovo, fecero negli anni '60, cogliendo allora i grandi cambiamenti in atto legato alla figura dell'operaio-massa.
Dopo l'incredibile discussione falce&martello-si falce&martello-no, ho partecipato all'apertura della campagna elettorale al Cinema Modernissimo, con la proiezione del film “La signorina Elsa”. Ho trovato ben altro clima di quello che mi aspettavo: una riflessione dolorosa e nostalgica sulla sconfitta alla FIAT dei primi anni '80, la cui onda lunga arriverebbe fino ai giorni nostri, con il tentativo di far scomparire la Sinistra da questo paese, aggiungendo alla sconfitta “sociale” di un ventennio fa la definitiva sconfitta “politica”. Nel prosieguo della campagna elettorale ho stentato a cogliere un linguaggio nuovo e nuovi contenuti: ho sentito Bertinotti difendere la legittimità delle occupazioni di case, guardare con interesse alla proposta di Berlusconi di una cordata italiana per salvare l'Alitalia; ho letto che gruppi di Rifondazione hanno contestato i comizi di Ferrara, cadendo così nella sua trappola. Mi è parsa questa una politica minoritaria, di una sinistra tutta ripiegata su se stessa, nel fondo inutilmente conservatrice, abituata a guardare indietro a tutto ciò che è avvenuto nel passato. Una sinistra che, davanti alle macerie della Storia, piuttosto che farsi spingere verso il futuro dalla tempesta proveniente dal Paradiso - come accade all'Angelo di Benjamin -, si lascia piuttosto risucchiare dalle macerie del passato.
Continuo a pensare che in Europa e in Italia ci sia bisogno di una forza di nuova sinistra moderna e con vocazione maggioritaria. Dubito a questo punto che la Sinistra Arcobaleno sia all'altezza di questo compito.
Un'occasione preziosa è andata persa. Pertanto mi preparo ad otturarmi il naso....


5 commenti:

Anonimo ha detto...

oblo,
e mo'?

Anonimo ha detto...

Perchè non ci proviamo noi?

Anonimo ha detto...

a lanciare il dibattito?

Anonimo ha detto...

C'è spazio nel nostro paese per una sinistra laica, libertaria, solidarista e non statalista, e con tutte quelle caratteristiche delineate così bene da MRD nei suoi post? Io penso che ci debba essere.
Certo non possiamo essere noi a "provarci" in prima persona. Ma per lo meno potremmo provare ad esprimere questa esigenza.

Anonimo ha detto...

bravo oblomov
una bella idea
ciao
ps. se ti va passa da me
clark