lunedì 17 maggio 2010

La sfida delle primarie

Dopo il bell'articolo di Sergio D'Angelo e Marco Rossi Doria su Repubblica – Napoli di venerdì 14 maggio e la ripresa dello stesso tema da parte di Giovanni Laino nel giornale di domenica 16, sembra aprirsi finalmente lo spazio per una discussione, si spera fruttuosa, sulla ineludibile necessità di organizzare delle consultazioni primarie per la scelta del futuro candidato del centro-sinistra alla carica di Sindaco di Napoli, e sui criteri che tale consultazione dovrà far propri. Trovo estremamente interessante come, in questi primi interventi, tutti abbiano espresso l'esigenza di sottrarre questa scelta alle logiche lobbistiche di tutti i partiti che in questi anni hanno (mal)governato la città, dando una prova poco convincente della propria efficienza amministrativa nella gestione della macchina comunale. Forse è arrivato veramente il momento che questi ceti politici, evitando, se possibile, trasformismi dell'ultima ora, si facciano discretamente da parte, prendendo atto del proprio fallimento, per lasciare che la città finalmente “si riprenda la parola”. In primis quella “società civile organizzata” che in questi anni ha mostrato una sana insofferenza verso le forme che la politica andava assumendo nella nostra città, impegnandosi a organizzare la cittadinanza in battaglie per una diversa qualità della vita e dell'ambiente, prefigurando in questo modo un diverso modo di concepire “dal basso” la partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. Bisogna perseverare su questa strada, cercando di dar forma nella nostra città a un nuovo protagonismo dei cittadini e a forme di rappresentanza che a questo protagonismo vengano continuamente ricondotte. Bisogna cercare di costruire le condizioni perchè nasca quella spinta ideale che nelle ultime elezioni regionali si è espressa, oltre i partiti e forse oltre la sinistra, nella candidatura di Nichi Vendola, che non a caso al protagonismo dei cittadini ha fatto continuamente riferimento.
Per questo mi sembra poco convincente uno dei profili del candidato tipo a Sindaco di Napoli che Giovanni Laino ipotizza nel suo articolo di domenica: costui dovrebbe essere “persona capace di attrarre il consenso dei settori moderati della società”, rinunciando per questo, almeno al primo turno, al voto degli elettori che in passato hanno fatto riferimento alla sinistra radicale. L'esperienza di questi anni ci ha insegnato come la continua rincorsa dei settori moderati non abbia mai veramente portato la sinistra all'incasso elettorale. L'esperienza pugliese diversamente forse ci ha insegnato come i settori moderati siano portati a “saltare lo steccato”, quando si trovano in presenza di una candidatura realmente in grado di rompere la continuità con le forme tradizionali dell'ormai consumata offerta politica del nostro paese, senza aver paura di mischiare i propri voti a quelli degli ex-elettori della sinistra radicale... Specialmente in un momento politico come quello che viviamo: quando anche nell'elettorato di destra, a seguito delle continue inchieste della magistratura contro esponenti del Governo, prende piede la disillusione e il risentimento verso la casta.
La costruzione di un nuovo centro-sinistra a Napoli, con un possibile candidato Sindaco in grado di reggere la sfida con un candidato di destra, non è compito facile: sarà possibile se verranno individuate forme organizzative oltre i partiti e soprattutto se si aprirà una nuova stagione di partecipazione dei cittadini napoletani alla formazione delle decisioni politiche. Se le reti di cittadinanza presenti sul territorio si porranno il problema di una propria rappresentanza, non avendo paura di confrontarsi con il problema del governo della città. Le primarie per la scelta del candidato a Sindaco, se correttamente impostate, potrebbero forse contribuire all'apertura di questo processo.